Ritengo che il Centro, per svolgere una funzione proficua, debba impostare la sua attività come un vero e proprio secondo teatro d’opera, teso a realizzare una stagione sui generis, complementare a quella del Palau de les Arts. Le nozioni teoriche che devono trovare spazio per la formazione di una coscienza artistica documentata, indispensabile al musicista d’oggi, devono sempre essere poste in relazione con eventi concreti: concerti, spettacoli teatrali, esperienze pubbliche d’ogni genere.
Gli allievi devono costantemente sperimentare sul campo il risultato degli insegnamenti che vengono loro impartiti, a contatto col pubblico e coi colleghi. La frequentazione alle prove degli spettacoli in allestimento al Teatro de les Arts, alle quali gli allievi del Centro dovrebbero avere libero accesso, sarà altra fonte preziosa di apprendimento e di utili confronti.
Perché l’organizzazione dei corsi trovi un funzionamento ottimale è indispensabile che la programmazione dell’attività concertistica e lirica riguardante l’intero periodo dell’anno accademico venga definita prima dell’inizio dei corsi.
Negli spazi della programmazione destinata a pubbliche manifestazioni dovranno trovar posto le tante materie complementari necessarie alla formazione di interpreti che possano affrontare la carriera con una consapevolezza negata agli studenti dei conservatori e delle scuole di canto tradizionali.
Il Centro di formazione valenciano deve diventare un laboratorio di ricerca e sperimentazione, un centro-studi aggiornato e aperto al futuro, un think-tank di talenti che assicuri anche al teatro che lo ospita e lo sponsorizza un continuo flusso di novità e di approfondimenti. Il lavoro di gruppo, condotto a tutto campo, assicurerà prestazioni di sorprendente efficacia, restituendo con interessi il capitale investito dal teatro promotore. Il know-out risultante dal lavoro del Centro deve diventare, per il teatro che l’ha creato, forza stimolante d’energia creativa, immagine qualificante di cultura viva e producente, punto di riferimento di un’indispensabile, incessante evoluzione.
Questa immagine assicurerà alla Comunità valenciana e alla classe politica che la rappresenta un prestigioso ritorno di alto valore etico e promozionale che porterà anche a un insospettato ritorno di valore pratico ed economico.
Il Centro di perfezionamento mira ad acquisire esperienze che solo si possono ricavare da un operare collettivo di equipe, esperienze che nessun Conservatorio, nessun Istituto musicale, nessuna Scuola di musica è attualmente in grado di offrire. Per i giovani allievi si tratta di vivere sperimentalmente la vita del palcoscenico, guidati da insegnanti capaci di svelare i segreti di una professione che nessun discorso teorico potrà illustrare a sufficienza, per facilitarne l’accesso e un positivo sviluppo.
Il risultato ultimo del Centro non sarà solo quello di licenziare una sequela di singoli interpreti preparati ad affrontare le difficoltà di una moderna carriera lirica, ma quello di metter a punto una squadra emblematica, coesa e omogenea, capace di conseguire quelle perfezione e coerenza che solo possono nascere da un lavoro d’equipe svolto in profondità. Una compagnia stabile di giovani artisti di talento che arrivi a influenzare e orientare il gusto interpretativo corrente, stimolando l’indispensabile evoluzione del linguaggio melodrammatico e assicurando la freschezza che ogni nuova linfa apporta alla ricerca culturale.
Gli spettacoli che ne potranno derivare costituiranno una proposta allettante per Festival e Teatri che non possono permettersi di coltivare lo star system, ma che sentono l’esigenza di spettacoli di livello. Con le produzioni del Centro sarà anche possibile impostare una seria attività decentrata, di costo contenuto, ma di profilo ambizioso.
Alberto Zedda