La Gazzetta: Dario Fo reinventa le trovate più brillanti e divertenti della Commedia dell’Arte per innalzare un inno all’erotismo e alla bellezza femminile attraverso il gioco elegante e raffinato della comicità rossiniana.
Il Barbiere di Siviglia: Luca Ronconi conferisce all’abusata comicità rossiniana una dimensione onirica, sospendendo azione e personaggi in uno spazio oscillante fra cielo e terra con un impianto scenografico astratto e coinvolgente.
Tancredi: Pier Luigi Pizzi ricama classicamente la levità del capolavoro del Rossini apollineo, ma lo carica di passione e di prorompente giovinezza.
L’equivoco stravagante: Emilio Sagi, situa una vicenda di goliardica comicità in un contesto ambizioso e attuale, promuovendola a spassoso emblema di un consumismo caciarrone.
Il Turco in Italia: Guido de Monticelli racconta con mano leggera l’inquietudine dell’evasione, cogliendo l’intrigante altalena fra riso e pianto di cui Rossini fa sfoggio in questa commedia tanto buffa quanto seria.
La Cenerentola: Luca Ronconi, con una scenografia impattante, torna a situare nel mondo onirico della favola i personaggi che Rossini aveva vestito di panni terreni per dar spazio alle emozioni di un’invenzione musicale senza eguali.
Alberto Zedda