Oggi un uomo (una donna) di 50-60 anni che ha potuto realizzarsi (cioè darsi uno scopo, una ragione per vivere e morire) è molto più giovane di un coetaneo del XX secolo, perché le dinamiche dell’esistenza, le fonti della conoscenza, i mezzi di comunicazione si sono accelerati e moltiplicati.
La principale acquisizione che l’individuo può conseguire per diventare new and cool adult è una buona comunicazione col prossimo, col mondo che lo circonda: la ricerca e l’incontro con la coppia sono ancora strumenti primari per combattere apatia e solitudine.
Ma se la compagna (o il compagno) non sa stare al passo coi ritmi di questa ricerca senza fine, è necessario separare i destini e ricominciare da capo. Un tempo questo era facile per l’uomo e difficile per la sua compagna. Il processo che rivoluziona la nostra società insegna che un giorno non lontano anche la donna avrà le stesse possibilità e gli stessi diritti di trovare, in ogni momento dell’esistenza, un partner che sappia marciare alla sua stessa velocità.
La stella polare che mi guida sta in una costellazione di parole e concetti semplici e alla portata di tutti: energia=joy de vivre, prodotta e alimentata da libertà, erotismo, curiosità, interesse, fantasia, ricerca, sogno, utopia, dialogo, amore, tolleranza, realtà, trascendenza, passione. Le parole che ho cancellato dal mio vocabolario: pigrizia, convenzione, mediocrità, routine, violenza, fanatismo, stanchezza, rinuncia, servilismo.
Tre sono i segreti che mi sorreggono: affrontare gli interrogativi del vivere, dall’infinitamente piccolo all’insondabile, con lo stesso impegno del filosofo e, insieme, con l’innocenza e la positività del bambino; trasformare qualsiasi lavoro che si deve compiere in un gioco divertente, in un’avventura entusiasmante; fare di un dovere obbligato, di un obbligo morale una libera scelta, fonte di serenità.
Il mio consiglio per restare giovani quando si è diventati adulti: arrivati a pensare che non c’è speranza di un mondo migliore (e quindi assunto il crollo delle generose illusioni della gioventù), continuare egualmente a lottare, se necessario sino a perdere la vita, per cambiarlo, sfidando l’inutilità del sacrificio.
Alberto Zedda