Pier Luigi Pizzi

“Carissimo Alberto.
Sono tornato a Pesaro con la grande tristezza di non trovarti.
Il primo giorno ho incontrato gli allievi della tua Accademia Rossiniana. Si è parlato di musica, di teatro, di Rossini e di te, naturalmente : di quanto questo Festival ti deve, delle tue edizioni critiche fondamentali per la filologia e la riscoperta di opere rossiniane maltrattate o dimenticate, delle tue prove di sala rivelatrici di significati profondi e spesso inavvertiti.
In un lampo, com’era ovvio, mi sono venute in mente le serate milanesi dei nostri verdi anni, a far tardi parlando di musica con Claudio Abbado, Leyla Gencer, Dino Ciani, Maurizio Pollini.
La nostra prima collaborazione , te sul podio ed io regista, per Semiramide di Rossini, al Regio di Torino, con Katia Ricciarelli e Lucia Valentini Terrani.
Gli anni bollenti del ROF con Gianfranco Mariotti: un sodalizio più che trentennale.
Anni di battaglie, di entusiasmanti scoperte, anche di furibonde discussioni, per difendere con onestà i propri principi , per dare ognuno il meglio di sè, sempre.
La tua strepitosa idea di inventare il Festival Barocco al Teatro della Fortuna a Fano, quel “A vagheggiare Orfeo”, che ha fatto rivivere capolavori dimenticati.
Tra questi alla fine degli anni Novanta, Orfeo di Sartorio, che, presentato al Festival de La Coruña, ci ha gratificato dei prestigiosi Premios Liricos di Oviedo.
Quanti spettacoli abbiamo fatto insieme, in giro per il mondo. Quanti successi.
Quanto ci siamo divertiti.
Adesso , cerco di riproporre La pietra del paragone , con rinnovato fervore. Mi mancano il tuo senso critico e la tua ironia.
Cristina ha promesso che verrà qui. L’abbraccerò con particolare affetto. E saremo di nuovo tutti insieme.” Pier Luigi Pizzi
© Zedda-Vázquez