La crisi economica che colpisce il teatro e la cultura non ha influito sulla qualità della programmazione del Rossini Opera Festival 2009: la sostituzione di un’opera complessa (Sigismondo) con altra tecnicamente meno esigente (La scala di seta) – una decisione che ha permesso di riportare un secondo spettacolo nel centro cittadino avvicendando due produzioni nello stesso teatro – e la permuta di un’opera in forma di concerto (Tancredi) con una Petite Messe Solennelle celebrativa del trentennale del Festival, hanno consentito di realizzare un’operazione virtuosa, cui si è aggiunta la generosa disponibilità di collaboratori decisi a sfidare l’ottusa malasorte con l’entusiasmo e la creatività.
Damiano Michieletto, regista de La scala di seta (la più bella e sviluppata delle cinque farse con cui il giovane Rossini ha imposto perentoriamente il suo genio di musicista e teatrante), che con la recente messa in scena di La gazza ladra ha dimostrato di aver colto appieno il senso della visionarietà rossiniana, accetta, assieme al fido Paolo Fantin, la sfida di ripetere il successo con una produzione low cost. Lo spettacolo verrà arricchito con l’inserimento di una grande aria “doc” per il personaggio di Blansac, un protagonista trascurato da Rossini, forse per le modeste possibilità dell’interprete chiamato a ricoprirne il ruolo. Guidati da un direttore spiritoso e irriverente che ha fornito un contributo sostanziale alla discografia rossiniana, Claudio Scimone (quest’anno festeggia il mezzo secolo di attività con i suoi leggendari Solisti veneti) la interpretano beniamini del Rof: Anna Malavasi, Olga Peretyatko, Paolo Bordogna, Aldo Caputo, Carlo Lepore, José Manuel Zapata.
La surreale ironia rossiniana trasforma l’opera comica in un eccitante esercizio d’intelligenza: composta quando la farsa della tradizione italiana era praticamente scomparsa, Le Comte Ory adotta intensivamente il più banale dei suoi strumenti, il travestimento, e ne fa il protagonista assoluto.
I travestimenti dell’Ory, palesemente scoperti e improbabili, mascherano sacrileghi sogni d’evasione e risvegliano desideri di chi da essi dovrebbe venir tratto in inganno, piuttosto che favorire i propositi di chi li adotta. Il mascheramento affranca il personaggio dall’obbligo di agire secondo un codice etico condiviso e gli consente di abbandonarsi a comportamenti che mai oserebbe tenere nella realtà quotidiana. L’idea geniale di Lluis Pasqual, regista dello spettacolo pesarese, è stata di applicare questo meccanismo a un gruppo di amici che decidono di divertirsi praticando un gioco basato appunto sul travestimento, il francese jeu de rôles. La maschera assunta per recitare la finzione fornisce il pretesto per approcci e discorsi ambigui e diventa il passaporto per un viaggio ai confini del lecito. In quest’ottica Le Comte Ory si rivela una corrosiva commedia aperta a mille letture e il fascinoso discorso musicale che la promuove non è più lo spropositato messaggio di eccelsa levatura che accompagna una storia banale, ma il motore di una straordinaria avventura onirica. Un cast di giovani, alcuni provenienti dall’Accademia Rossiniana, Natalia Gavrilan, Maria José Moreno, Rinnat Moriah, Laura Polverelli, Roberto De Candia, Lorenzo Regazzo, Yijie Shi affiancheranno Pasqual nella realizzazione di questo intrigante spettacolo, avvalendosi dell’esperienza del direttore d’orchestra Paolo Carignani, di ritorno a Pesaro dopo una lunga militanza all’estero dove ha sviluppato una carriera di grande rilievo.
Zelmira è opera che ancora non ha trovato la giusta collocazione nell’immaginario dei rossiniani. Accolta al suo apparire da successi deliranti (basti ricordare gli esiti della tournée viennese che tanto irritarono Beethoven), viene oggi considerata una delle creazioni di Rossini più significanti, ma anche una delle più sfuggevoli e complicate. Roberto Abbado, recentemente insignito di un prestigioso premio Abbiati, potrà contare su un cast stellare: Kate Aldrich, Marianna Pizzolato, Francisco Brito, Alex Esposito, Juan Diego Flórez, Gregory Kunde, Mirco Palazzi, Sávio Sperandio. L’affidamento del ruolo di Zelmira a Kate Aldrich ribadisce la propensione del Festival di affidare alla voce di mezzosoprano i ruoli creati da Rossini per Isabella Colbran; Juan Diego Flórez e Gregory Kunde rinverdiranno l’eccitante contesa dei tenori rossiniani storici Giovanni David e Andrea Nozzari; ma l’attesa curiosa riguarda il debutto pesarese di Giorgio Barberio Corsetti, regista di una recente Pietra del paragone assai lodata. Con lui collaboreranno lo scenografo Cristian Taraborrelli e, ai costumi, Angela Buscemi.
Un ambizioso progetto sviluppato in collaborazione con l’Ente Concerti di Pesaro e con l’Accademia Musicale Napoletana diretta da Massimo Fargnoli riguarda l’esecuzione integrale dei Péchés de vieillesse, da presentarsi nel corso dei prossimi quattro anni. L’opera pianistica, che ne costituisce la parte più consistente, verrà accostata a quella di compositori in qualche modo legati all’immagine di Rossini, sfruttando anche coincidenze onomastiche (quest’anno quelle di Haydn e Mendelssohn, di cui ricorrono i bicentenari rispettivamente della morte e della nascita).
L’Accademia Rossiniana prosegue il compito di insegnare una corretta interpretazione di Rossini a giovani d’ogni provenienza, preparandoli ad affrontare adeguatamente le richieste sempre più numerose di teatri e istituzioni che vedono nel festival pesarese una fucina affidabile di specifici talenti. Il battesimo pubblico dei meritevoli avverrà con l’ormai classico appuntamento del Viaggio a Reims di Emilio Sagi.
Anche quest’anno saranno in campo le due orchestre che con tanto lodevole impegno contribuiscono a mantenere alto il livello della manifestazione: l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento: oltre alle opere, interpreteranno rispettivamente la Petite Messe Solennelle, diretta da Paolo Carignani e cantata da Kate Aldrich, Anna Bonitatibus, Francesco Meli, Mirco Palazzi e un concerto celebrativo del bicentenario della morte di Joseph Haydn, diretto da Lukasz Borowicz e con la partecipazione della grande Ewa Podles.
Oltre all’abituale partecipazione del Coro da Camera di Praga diretto da Lubomír Mátl, quest’anno il Rof registrerà la presenza, nella Zelmira, del Coro del Teatro Comunale di Bologna diretto da Paolo Vero.
I Concerti di Belcanto (Mariola Cantarero, José Manuel Zapata, Gregory Kunde, Olga Peretyatko) e gli Incontri con gli studiosi della Fondazione Rossini completano, come di consueto, l’attività del Rossini Opera Festival 2009.